Il Portovenere mostra i muscoli ai nazionali

PortovenereDa domani la società biancorossa sarà sull’isola d’Elba con due equipaggi per puntare al tricolore a bordo del gozzo.
PORTOVENERE va all’assalto del titolo tricolore di canottaggio a sedile fisso. Domani gli equipaggi maschili e femminili sbarcheranno a Marciana Marina, sull’isola d’Elba, dove nel week end si svolgono le gare per l’assegnazione del campionato italiano. I vogatori spezzini hanno mostrato di avere tirato a lucido i muscoli già a Bogliasco, durante la recente selezione valida per il campionato italiano di gozzi nazionali.
Da domani quindi i vogatori spezzini approderanno sull’isola d’Elba per l’appuntamento forse più importante della loro ancora breve carriera sportiva.
L’armo femminile del Portovenere composto da Claudia Calzetta, Ilaria Corsini, Elisa Saglione, Aurora Maurizio con Sara Drovandi timoniera. Un gruppo di atlete formidabili che hanno sbaragliato al Palio del Golfo. L’equipaggio juniores biancorosso è invece composto da giovani emergenti: Filippo Cozzani, Andrea Martinetti, Alberto Ganapini e Andrea Gori. Gli atleti saranno timonati ancora da Sara Drovandi. Una sicurezza.
«La nostra partecipazione ai campionati italiani afferma il capo borgata del Portovenere, Roberto Ribolini rappresenta una promozione per il nostro Palio del Golfo. Il gozzo su cui vogheremo avrà riportato sullo scafo il logo ufficiale della manifestazione remiera di passeggiata Morinconi colori di ogni borgata. Vogliamo restituire dignità al prodotto palio in campo nazionale. Speriamo di portare a casa risultati significativi». Sarebbe una grossa soddisfazione per la borgata che anche attraverso l’equipaggio juniores sta cercando di emergere dopo troppi anni vissuti nell’anonimato.
Una crisi dovuta anche dalla mancanza di strutture per una società costretta ogni anno a fare i miracoli per poter svolgere l’attività remiera.
Ma l’equipaggio juniores sicuramente ha fatto riemergere entusiasmi che oramai sembravano definitivamente sopiti. E la partecipazione al titolo italiano ne rappresenta una dimostrazione.
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