Timonieri i piccoli campioni della disfida

TANTI timonieri di ieri sono i vogatori di oggi e così, tanti timonieri di oggi, saranno probabilmente i vogatori di domani, ma cosa si nasconde dietro a questi bambini, il cui arduo compito si rivela assolutamente determinante? Troppo spesso forse ci dimentichiamo di porre la nostra attenzione sull’enorme responsabilità e sul grande impegno a cui sono sottoposti questi bimbi, che senz’altro meritano molta più considerazione.
Basti pensare che ormai gli equipaggi hanno preso l’abitudine di iniziare ad allenarsi già a ottobre, uscendo in mare quasi dieci mesi l’anno e i piccoli timonieri, per garantire loro questa possibilità, devono sfidare il freddo.
L’età minima per timonare è quella di nove anni e i bambini che pesano meno di 40 kg avranno una zavorra in barca pesante quanto i chili che mancano per arrivare a quella soglia, in modo tale che tutti abbiano a poppa lo stesso peso.
Poche regole quindi, ma molto rigide, alle quali non si può trasgredire.
Il timoniere ha ovviamente un compito fondamentale, quello di guidare la barca, di condurla fino alla bandierina cercando di andare sempre dritto.
Ogni volta che un bambino muove impercettibilmente il timone, questo svantaggia l’equipaggio.
Andare storti può compromettere una gara, per non parlare dell’importanza del giro di boa.
Tanta responsabilità, forse troppa, ma del resto non potrebbe essere altrimenti.
Si vince in cinque e si perde in cinque, ma tante volte, quando a sbagliare sono i timonieri, non ci si rende veramente conto del grande dolore e del tormentoso senso di colpa che provano e, contrariamente, non li ringraziamo mai abbastanza quando invece “si limitano” a svolgere perfettamente il loro dovere.
S.R.

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