IL BORGO IN FESTA:«ABBATTUTO UN ALTRO PEZZETTO DI MURO»

«NON ce la faccio a seguire la gara. Mi emoziono troppo. Così sono stata qui. Mi hanno telefonato adesso, aspetto la festa con la borgata». La signora ha due figlie che si stanno per sposare e un palio del Golfo in più. Inatteso come un ospite che bussa a mezzanotte ma che alla fine porta la festa. È nell’area verde di Marola. Dove c’è la sagra del raviolo e campeggia la scritta il “Raviolo di Successo” che sembra quasi un oracolo scritto su misura. «I ragazzi poi vengono qua – dice Augusta -e scatta la festa tutti insieme, perché quello che conta è quello», mentre fa la conta dei piatti che mancano e dà il via libera al taglio del pane. Sono le 21,30 in punto. Alle finestre ci sono già gli stendardi. Arancio e granata. Si fanno vedere e puntano lo sguardo verso il golfo dove «dei ragazzini hanno stupito tutti.
Dai giovani, dove gareggiavano fino a qualche tempo fa a fare l’impresa che ho visto in televisione ci vuole grinta e stoffa», dice Agostino Giacchè, marolino doc di 83 anni, che adesso per colpa della banda terribile non sa come fare con il suo modellino di gozzo del palio.«Ho finito gli spazi dove mettere i titoli – dice – è davvero un bel problema. Ma ho risolto, la scritta 2013 la metterò sotto», spiega.
Anche lui aspetta la barca e tira un respiro di sollievo perché la rabbia estiva per colpa anche di Caronte che non fa dormire se n’è andata. Poteri terapeutici e taumaturgici della vittoria nella disfida remiera. «Oggi ero nero più del berretto di un prete poi quando ho visto che abbiamo fatto è diventata la giornata più bella», spiega. Insomma non succede ma se succede si è ripetuto «rimetto il bandierone nella terrazza di casa di mia figlia qui a Marola. Tanto l’ho già fatto in quella che ho in centro dove sto adesso». Ed è successo. E succederà che si farà anche la festa bis. In programma venerdì sera mentre Maria Grazia Carrara è una delle mamme dei golden boy marolini. «Terra di vogatori -dicono all’area verde – visto che li abbiamo anche in altri equipaggi ». Ma mamma Maria Grazia sventola la bandierina e ha il sorriso della letizia. È stata tutto il giorno alla Morin. Ha visto da vicino la vittoria sotto la canicola e gli spintoni e i botti dei tifosi.«Ma come si fa – dice – in televisione si soffre ancora di più e poi lì c’è mio figlio. Viva il Marola. Viva l’equipaggio che dagli Junior ha sbaragliato anche i maggiori e soprattutto il Fezzano». E sì, l’odiato rivale bianco verde, vicino di sponda ponentina del golfo dei Poeti e dei vogatori e insieme a Cadimare sfidante degli sfidanti. «Ci hanno telefonato per farci i complimenti», riprende Augusta. «Perché alla fine i borgata tori sono sportivi – osserva – siamo tutti uguali e quando finisce la gara c’è solo voglia di fare festa. Se vogliono possono anche venire qui con noi». Quasi il terzo tempo del remo mentre si accendono le luci del parco. Che sono arancioni e davanti a porta Marola si sono più motorino che alla fabbrica della Piaggio.
Accendono i clacson. C’è chi fischietta. Chi a piedi e cerca aspetta e vuole vedere la barca vincitrice. Il carosello parte e sotto l’occhio vigile e contento di Gianni Cargiolli il capo borgata si lecca i baffi di una vittoria inattesa e che sa di gol al 95’ in rovesciata.
«Non è retorica ma di pali ne ho visti tanti -dice Cargiolli – ma questo mi ha fatto venire la pelle d’oca».
È la vittoria dei ragazzini coraggiosi. I baby vogatori. Davide che sconfigge Golia. È questa l’aria che si respira a Marola mentre c’è chi dice che «gli aranciogranata hanno buttato già un altro pezzettino di muro di cinta. Questa vittoria vale anche per quello », dicono all’area verde.
Marco TORACCA

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