Dalla Tour Eiffel a New York, “canarini” globetrotter

DA APRILE è diventato un appuntamento fisso. Si incontrano quasi tutte le sera, a volte anche durante il fine settimana, e dalle 21 alle 23 danno sfogo alla loro creatività, sia nella sede dell’Arci che in quella dell’ex circoscrizione. Sono le donne e gli uomini della borgata del Canaletto, storica realtà del popolo del Palio del Golfo, che riversano tutte le loro energie non solo nel sostenere i loro beniamini in mare, ma anche nel preparare carri allegorici e costumi dei figuranti per la tradizionale sfilata delle borgate, che ogni anno, il venerdì sera che precede la competizione remiera, incanta la città e le sue vie principali. Pina, Maura, Giovanna, Orietta, Nanda, Anna, Milvia, Laura, Francesca e Marina formano la componente rosa “canarina” di rilievo: con le loro mani creano autentici capolavori e “controllano” che i loro uomini facciano altrettanto bene. Età media? 65 anni. Gabriele, il “coordinatore”, Giovanni il “disegnatore”, il tuttofare Piero, il costruttore di carrelli Guglielmo, e il falegname Emilio. Impossibile sapere il tema della sfilata. «Per scaramanzia non vogliamo svelare la nostra sorpresa» non esitano a dire le borgatare. Tema, dunque, top segret. Ma da quanto abbiamo visto l’altra sera, nel nostro “blitz” in casa Canaletto, di certo quello che porteranno in scena non mancherà di stupire. Ci sono forme di cartapesta, lavorate dalle abili mani di Laura, Milvia e Marina, ci sono abiti variopinti cuciti con cura e con precisione da Nanda, Giovanna e Maura. Abbiamo intravisto una Statua della Libertà, una Torre Eiffel e Palazzo Pitti di Firenze, il che farebbe presupporre a un viaggio intrapreso dai canarini oltre i confini spezzini. Ma loro, i protagonisti, ci tengono a tenere le bocche cucite. I locali dei loro ritrovi non sono molto spaziosi, ma in quegli spazi le parole di Orietta, la “mente” della raffigurazione che verrà proposta durante la kermesse serale, e di Francesca, la coordinatrice delle “ragazze”, rimbombano come melodie. Anna e Giovanna, invece, ci occupano della pittura, Pina è il jolly della situazione. Donne e uomini impegnati nel loro lavoro, che prendono con serietà e che riflette la passione maturata in anni e anni di amore per la borgata. «Siamo ormai a metà dell’opera, purtroppo siamo in pochi — dicono — disposti a passare le serate rinchiusi a progettare la nostra sfilata. Le nuove generazioni si fanno vedere solo all’ultimo». Una frecciatina che comunque non sminuisce il loro operato, che si presenta di qualità. La serata trascorre tra una chiacchiera e l’altra, ma nel frattempo la componente femminile misura i capi: c’è, infatti, chi prova un cappello azzurro, appena realizzato, sulla testa di Guglielmo, che con simpatia ammonisce: «Sono uno dei protagonisti, ho la barba lunga, inizia a darmi noia ma non posso tagliarla fino a dopo la sfilata. Non so se riesco a resistere…». Una sofferenza che tutto sommato si deve sopportare «perché per il Canaletto questo e altro». Insomma, «un sacrificio che ci ripaga anche se ogni tanto ci si arrabbia per la mancanza di persone che potrebbero darci una mano». A sfilare nel serpentone delle borgate, per la compagine gialla ci saranno un centinaio di figuranti. «Molto si invogliano all’ultimo, vengono di corsa da noi per cercare un costume da indossare, e noi cerchiamo di accontentare tutti». E loro, con la loro creatività e fantasia, con le loro mani di sartine esperte, riescono sempre nell’impresa. «L’anno scorso siamo andate fino a Prato a comprare le stoffe per i vestiti, quest’anno dovremmo riuscire con il materiale che abbiamo riciclato in casa». Ecco l’amore per la propria borgata, quel sentimento che ti prende negli anni e ti lega indissolubilmente. Sentimento che il popolo del Palio conosce alla perfezione, soprattutto la gente del Canaletto.
LAURA PROVITINA

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