Tra statue stele e antropofagi: il Muggiano si fa mitologico

C’È CHI indossa un metro da sarta sulle spalle, chi invece non si scosta più di tanto dalle forbici. Chi si diverte con l’ago e il filo alla mano. E chi invece con il gessetto disegna la forma di un vestito. Sono molto impegnati in casa del Muggiano, gli uomini e le donne che ogni anno danno il meglio di sé per preparare i costumi e i carri allegorici che poi presentano alla città nel corso della sfilata, il venerdì che antecede la gara remiera per eccellenza, il Palio del Golfo. La veterana è Edda, pimpante e attivissima ultraottantenne che ha iniziato a cucire gli abiti fin dalla prima edizione della kermesse, nel lontano ‘73. Insieme a lei, Carlita, conosciuta da tutti come la professoressa Moruzzo, che coordina le altre “ragazze”: Ornella, Patrizia, Cristina, Sabrina, Emanuela, Eleonora, Gaia e Beatrice. Tutte impegnate a imbastire, cucire e a “disegnare” i carri. Da un mese si incontrano quasi tutte le sere nella sede della società sportiva Guido Ringressi, location da favola che si affaccia sul golfo spezzino, a pochi passi dallo stabilimento di Fincantieri, interamente messa a punto dagli anziani del borgo. Ma a breve si daranno appuntamento anche nel pomeriggio per portare a termine il loro capolavoro. E mentre trascorrono quelle due o tre ore tra chiacchiere e lavoro, e momenti di puro divertimento, c’è chi si dedica alla realizzazione dei carri: sono gli uomini del Muggiano — Antonio, Remo, Marco, Antonio e ancora Marco — e quando siamo andati a bussare alla porta della loro sede li abbiamo “beccati” con attrezzi e pennelli a portata di mano. Come i bambini e i ragazzini che si divertivano a colorare i pannelli che poi verranno collocati sui carrelli. Insomma, una combriccola non da poco, che l’altra sera ha incontrato l’assessore comunale al Palio, Jacopo Tartarini, per svelare il suo segreto: il tema della sfilata. Cosa rappresenteranno? Una scenografia che si preannuncia spettacolare: una rievocazione storica che trae origine dalla tesi di laurea, discussa ad aprile, da una giovane borgatara, Sabina, figlia di Carlita, laureata in Architettura. Alla commissione d’esame aveva proposto la storia di Pertusola. Ed ecco che da quella tesi di laurea i borgatari hanno preso spunto per la loro rappresentazione. «Ci sarà la grotta dei Colombi con gli antropofagi, che verranno rappresentati proprio dai bambini della borgata», ha spiegato Carlita, che ha aggiunto: «Dietro poi sfileranno le statue stele, perché le prime due teste sono state rinvenute e recuperate durante la costruzione dell’Arsenale, forse portate qua dal mare». E poi da quell’epoca si ripercorreranno le successive, con i Romani, Napoleone Bonaparte, Camillo Benso conte di Cavour, e poi Domenico Chiodo e giù giù, fino allo scoppio della battaglia di Falconara. «A Falconara — prosegue nella spiegazione Carlita — c’è un convento dei cappuccini che, adibito a ospedale, un tempo ospitava i templari, giunti sul posto per ricevere adeguate cure. C’era anche Fra Dalmazia da Fenolara, ossia da Falconara, il frate dal quale ha preso il nome la zona. Il convento si trova tutt’ora vicino a Navalmare». E così durante la sfilata delle borgate non mancheranno le stele, le spade e le armature rigorosamente di cartapesta. Insomma, il tema che verrà proposto quest’anno sembra proprio destinato a sorprendere, anche perché non mancheranno effetti speciali. E canti, e balli. Il tutto “nato” dalle mani e dalla mente di una quindicina di volenterosi. «Siamo quattro gatti — ha detto Remo con un pizzico di ironia —, di barche invece ce ne sono tante ancorate nel porticciolo ma di persone disposte ad aiutarci ce ne sono davvero poche. Pazienza, per i miracoli ci stiamo attrezzando». I figuranti invece, coloro che parteciperanno alla tradizionale sfilata, saranno una sessantina o forse più. E non mancheranno i piccoli borgatari a rendere ancora più magica la rappresentazione del Muggiano, anima storica e linfa vitale del Palio.
di LAURA PROVITINA

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