Tra miss e gioielli: a Porto Venere il profumo della dolce vita

COM’ERA la vita di paese negli anni della “Dolce Vita”? Le estati trascorse ad accogliere i vacanzieri, che sceglievano la perla del Golfo come meta delle loro vacanze? Le mode di allora raccontati nell’omonimo film di Federico Fellini? Facile ricordarli… emozioni senza tempo che saranno proprio i borgatari del Porto Venere a rievocarli nella sfilata che anticipa il Palio del Golfo, ormai alle porte. Emozioni e sensazioni degli anni d’oro. Non ci sarà Anita Ekberg che all’interno della fontana di Trevi chiamava Marcello (Mastroianni, ndr), ma la scenografia dei borgatari non mancherà certo di incantare. Con i bambini al mare, in costume da bagno dell’epoca, con i barcaioli che fermavano le turiste, soprattutto le belle donne. Con le boutique della Calata aperte per attirare clientela straniera, con i ristoratori che ancora offrono specialità marinare da tutti conosciute. Un tuffo dunque negli anni Sessanta, con i vip che affollavano il borgo. Come lo sceicco di Giordania, Lucchino Visconti e una marea di ammiragli che attivano — e durante la sfilata, attirano — gli sguardi dei passanti. E poi, quella musica che ancora oggi si rivelano cult, e che scatenano delle autentiche standing ovation. Ecco che il Porto Venere, è pronto a raffigurare tutto questo. E lo farà sfilando con due carri: uno che muoverà un’imbarcazione dell’epoca, sulla quale i borgatari si riservano la sorpresa, e l’altro che ospiterà un mega disco-bar, con la presenza di una borgatara che canterà dal vivo. Momento particolarmente folcloristico sarà la rievocazione, proprio durante la kermesse serale, del concorso locale di bellezza: verranno scelte le ragazze della borgata più belle e verranno portate a partecipare al concorso da miss. «Basta storia, basta Medioevo» commenta l’attivissima borgatara Barbara Pazzi, facendo riferimento al tema portato in scena l’anno scorso, che non è valso però un posto nei gradini più alti del podio: i 900 anni dalla nascita delle mura. Tema che comunque valse la vittoria nella sfilata, tanto contesa dalle altre borgate. Quest’anno si cambia musica, anzi epoca. E con il Porto Venere ritorneranno in mente quegli anni per molti indimenticabili. Ecco dunque Barbara, Maura Caprioli, Francesca Gianardi e Graziella Ferrari, impegnate a cucire quegli abiti intramontabili. Stoffe pregiate, recuperate in casa. Macchine da cucire di una volta, ma che ancora funzionano alla perfezione. E poi un tavolino, adagiato in calata… e quel lavoro di sartoria, all’aperto, davanti agli occhi dei turisti e dei residente, non passa certo inosservata. Si incontrano, ormai da tre settimane, tutte le sere. Magari dopo una giornata di lavoro. Sono stanche ma grintose. E imbastiscono per dare il tocco finale con la macchina da cucire “portatile”. Affianco al loro impegno, non è da meno quegli degli uomini, che si danno un grand’affare per far “crescere”, giorno dopo giorno, i carri allegorici: Massimo Pazzi, Pasquale Tinto (responsabile della sfilata), Marco Menta, Ivano Cicciotti, Paolo Daga e Dario Baracco. Loro che, finiti i lavori pesanti, ammirano le donne quando si misurano i capi, o sfoggiano quell’oggettistica degli anni ’60, talmente bella da non poter essere stata buttata via. «Certi abiti, come i pantaloni modello Saint-Tropez, le creiamo ex novo. E li facciamo indossare alle donne che scendono dagli yacht» commentano. Insomma, la sfilata del Porto Venere si preannuncia spettacolare, anche perché vedrà la partecipazione quasi dell’intera gente del paese: previsti, infatti, 140-150 figuranti, tantissimi bambini ma anche adulti. Che in cuor loro si emozioneranno ancora di più, avendo vissuto di persona la “Dolce Vita” portovenerese.

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