Velieri alla Spezia

VELIERI AL PALIO

Dall’ 1al 5 Agosto 2007 ci saranno anche i velieri all’82ª edizione del Palio del Golfo.
Sei, forse sette di varie nazioni. Attraccheranno al molo Italia, nel tratto prospiciente la Capitaneria di Porto.
Per qualche giorno  i grandi mercantili  e i pescherecci s’inchineranno alla storia e lasceranno gli attracchi alle “tall ships”, le “navi alte”, accolte dall’intera città in festa. Chi ne avrà voglia potrà salire a bordo e fermare, con la fantasia, l’orologio del tempo.
Questa volta “Vespucci”, che da sempre ha casa alla Spezia, non troverà rifugio nell’Arsenale e, con le altre navi, racconterà, per chi ha voglia di sentire, l’antica favola dell’uomo, del mare, del vento.
vespucciE’ cominciata con i Maori, da un’isola all’altra della Polinesia, è continuata con la Cina e con i Vichinghi. E’proseguita con Fenici, Greci e Romani che si sono affrontati nel  Mediterraneo. Grandi armate spagnole e inglesi hanno piegato il corso della storia e per 5.000 anni vele e vento sono stati  il motore del mondo. Fintanto che la scienza ha deciso di fare a meno della natura , inventando la parola “tecnologia”, forse sbadatamente accoppiata con la parola “progresso”.E’ il tempo in cui la macchina a vapore  propone  velocità, sicurezza e  risparmio ed esige in cambio la terribile condanna a morte per le navi a vela. Depauperati del libro di bordo, della campana e della ruota del timone, buoni per l’antiquario, i velieri sono lasciati a marcire nell’angolo più remoto dei porti del Nord e ciò che non è preda di incendi e salmastro viene tagliato a colpi d’ascia.
La storia, per decenni, diventa legna da ardere. Eppoi d’improvviso nel 1956 la resurrezione e la clamorosa rivincita. Una gara per navi scuola a vela riscuote un successo clamoroso e i 22 velieri partecipanti diventano cimeli da conquistare. La febbre distruttiva si capovolge ed ora costruisce duplicati delle navi che sono state appena smembrate. I grandi velieri tornano a solcare il Mediterraneo e il Mare del Nord, l’Atlantico e il Pacifico. E oggi, finalmente, tra alberi e sartie, che sanno di antico, è tornato a fischiare il vento e il nostro antico narratore può riprendere da capo a raccontare la storia dell’uomo, del mare e del vento.
Velieri alla Spezia, dunque, affascinanti nella loro bellezza disarmante. Allegri nelle loro manifestazioni di tutti i giorni, perché senz’altro i russi, presenti con “Mir”, vi accoglieranno cantando “Kalinka” e i marinai argentini di “Libertad” suonando un tango con la fisarmonica.
Se, invece preferite salire lo scalandrone della “Regina dei mari”, fatevi accompagnare sotto coperta, nel piccolissimo bar di bordo, talmente lillipuziano che non può servire più di due persone per volta: lì nell’angolo alle vostre spalle c’è una piccola fotografia, in bianco e nero: è una rarissima immagine di  “Nave Vespucci” con il suo fratello gemello: “Nave Colombo”, finito alla Russia per pagare i danni di guerra e distrutto da un incendio. Oppure fatevi raccontare di quella volta in Atlantico quando il veliero, che navigava a vele spiegate, ha incontrato il colosso dell’Oceano, la portaerei americana “Forrestal”. Dalla nave statunitense lampeggia il segnalatore e chiede “Chi siete?”. La risposta: “Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”, E dalla “Forrestal”:”Siete la più bella nave del mondo”.

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