Liberatore nei laboratori della Nado. Oggi il verdetto sulle contro-analisi

Liberatore nei laboratori della Nado. Oggi il verdetto sulle contro-analisi

Il vogatore: «Il direttore ha confermato il dosaggio bassissimo»

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[Da La Nazione  del 12/09/18] «NON mi aspetto alcuna novità dall’esito delle 

controanalisi, ma ho parlato con il vice direttore del laboratorio, che mi ha confermato che il dosaggio bassissimo di clenbuterolo rinvenuto nel mio organismo non mi sarebbe servito come anabolizzante ai fini della gara».Giuseppe Liberatore, l’atleta 48enne pluricampione del Palio del Golfo e del ciclismo, terzo remo del Cadimare, trovato positivo al doping nelle analisi effettuare dal Nas la sera del 5 agosto scorso, al termine della 93° edizione della disfida remiera, non si rassegna di fronte al verdetto della prima sezione del Tribunale nazionale antidoping, che qualche settimana fa lo ha sospeso in via cautelare da qualsiasi attività agonistica proprio perché risultato positivo a quella sostanza severamente proibita in ambito sportivo.

IERI mattina si è presentato a Roma, nei laboratori della Nado, dove si sono svolte le controanalisi, ossia l’esame chimico microscopico e biologico, ripetuto a scopo di accertamento nei casi di doping. Ha assistito all’inizio delle operazioni poi è salito sul treno diretto alla Spezia anche perché gli esiti degli esami di laboratori si sapranno soltanto nella giornata di oggi o forse domani. Liberatore, che ha sempre manifestato la sua innocenza, resta convinto che qualcuno lo abbia volutamente dopato e si dice pronto a qualsiasi mossa pur di ‘ripulire’ la propria immagine, oggi inevitabilmente ‘macchiata’. Ecco perché insieme al suo avvocato, lo spezzino Giovanni Di Sibio, e a una esperta tossicologa spezzina sta studiando eventuali azioni difensive, che farà valere una volta convocato davanti alla Procura nazionale antidoping. Procura che poi potrà differire l’atleta, oppure assolverlo. In quella sede il vogatore cercherà di dimostrare la propria estraneità ai fatti, portando argomentazioni a sostegno della tesi della contaminazione ‘dolosa’ da parte di ignoti, «anche perché – sottolinea – il quantitativo irrisorio di clenbuterolo rinvenuto nel mio organismo, pari a 0.08 nanogrammi per millilitro di urina, non può che essere inquadrato nei miei 20 giorni di permanenza nella borgata di Cadimare, prima del Palio: se avessi voluto doparmi volontariamente il dosaggio sarebbe stato ben superiore».

NON è tutto. Liberatore, insieme al suo legale, vuole fare un’azione dimostrativa che sgomberi il campo da ogni fumus anche per il futuro e certifichi, in qualche modo, la sua estraneità ai fatti e il ripudio assoluto delle sostanze dopanti: «Quando sarò nuovamente tesserato da qualche società sono disposto a elaborare una sorta di documento nel quale mi rendo disponibile a sottopormi a controlli antidoping più approfonditi, a mie spese».

Laura Provitina
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