Un mattone dopo l’altro: così la Venere Azzurra celebra il castello

L’INGEGNOSITÀ è di casa nella borgata della Venere Azzurra, che dopo aver proposto “Tutti al mare” come tema della sfilata 2013 — con i figuranti in costume da bagno per le vie e le strade spezzine — quest’anno si è cimentata in una scenografia che si preannuncia spettacolare. Entrando nei locali della sede del centro sportivo di Falconara, ritrovo da oltre un mese delle donne e degli uomini impegnati nei preparativi della kermesse, si respira odore di vernice fresca: Irene, Federica, Rossella, Laura, Sara e Mara non sono piegate a cucire o a tagliare le stoffe dei vestiti… si danno alla manodopera, e dipingono quel carro che verrà portato in scena. Con loro Mattia, Ivan, Riccardo (il capoborgata), e Francesco, che si occupano dei lavori più pesanti. Ma se c’è da tagliare il cartone o il polistirolo, le mani femminili si danno un gran daffare. Il cucito è affidato alle anziane del posto, nelle loro case: Natalina, Maria, Luli, Giovanna, «zoccolo della borgata» commenta con simpatia la presidente Irene Lombardo, occhio vigile dei preparativi. Che seguono letteralmente il tema proposto per l’edizione 2014 della sfilata: la Venere Azzurra, “racconterà” al pubblico spezzino la storia del Castello di San Terenzo, come i cittadini hanno voluto difendersi dai pericoli del mare costruendo prima la torre e poi la fortificazione. La responsabile della sfilata, Federica Bruni, tiene a precisare: «Non una casata, non un gruppo di signori dell’epoca, bensì i cittadini hanno arricchito il paese: hanno realizzato le cinta delle mura nel 1200, anche se il primo documento della Repubblica di Genova fa riferimento al 1588 come anno della nascita del castello». Insomma, una storia che verrà presentata nel suo splendore, con l’aiuto dello storico lericino Riccardo Bonvicini, che ha offerto preziose dritte ai borgatari. Durante la sfilata, dunque, il racconto, in diverse fasi, dell’epoca passata, con le tradizioni paesani che precedono il 1200 e quindi con la gente del posto impegnata nella pesca per poi vendere il “raccolto” al mercato di Sarzana. Poi l’arrivo dei pirati, e la costruzione della torre con i mattoni… in polistirolo. Non mancheranno all’opera gli spaccapietra. E infine, la realizzazione della torre…, che sarà “ricostruita” proprio durante la sfilata: “i lavori” del manufatto termineranno infatti davanti alla giuria. Ma non è finita. I borgatari daranno vita anche alle cinta delle mura: ci saranno persone intente a giocare a Tetris che poi, improvvisamente, si piazzeranno davanti alla torre creando una difesa umana. Una grande lavoro, quindi, che verrà inscenato direttamente su strada, per il quale la Venere Azzura sta dando il meglio di se stessa, studiando ogni minimo dettaglio. Oltre 60 i figuranti che si prevedono, con tantissimi bambini vestiti da pirata e altri, invece, che si divertiranno con i giocattoli di una volta, come le bambole di pezza fatte in casa. I materiali utilizzati sono quasi tutti riciclati: «Abbiamo comprato il polistirolo — spiega Federica — nella fabbrica Grafix di Arcola, il cartone lo abbiamo recuperato in giro, dagli avanzi delle ditte della nostra provincia». Un’idea geniale, come quella per recuperare le stoffe da cui ricavare i costumi: «Utilizziamo antiche lenzuola, qualcosina però lo abbiamo comprato, come per esempio la iuta. Il nostro budget — conclude la responsabile della Sfilata — è limitato, abbiamo raccattato in giro quello che si poteva». Spirito creativo e intraprendente, quello delle donne e delle donne della borgata che sicuramente anche quest’anno, come in passato, dimostreranno all’intera città l’attaccamento non solo per la loro Venere Azzurra ma per l’intera città di mare: una passione che scorre nelle vene e che trasmetteranno al resto delle borgate che rendono magico il nostro splendido Golfo.
Laura PROVITINA

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