Canti popolari, affari in piazza. Il grande mercato rivive con il Crdd

LE ATTIVITÀ del grande mercato che, dal 1888 in poi, rappresentò per Spezia un luogo caratteristico, vivo, di attività commerciali, “rivivrà” grazie alla borgata marinara del Crdd, che per la sfilata 2014, in programma venerdì della prossima settimana, proporrà al pubblico spezzino la raffigurazione di quel cuore pulsante cittadino: i “traffici” e gli affari di piazza Cavour, o comunemente chiamata piazza del Mercato, costruita nell’area bonificata della sorgente della Sprugola. Piazza Cavour che nel tempo ha richiamato e aggregato la collettività spezzina, gli abitanti, “i coltivatori diretti” che dai paesi vicini, per esempio di Biassa, Vezzano Ligure o Sarzana, che portavano e vendevano i prodotti delle loro vigne e dei loro orti in ceste di vimini dette “bisagnine”. La vendita delle merci si svolgeva, lato mare, sotto due tettoie di ghisa coperte in stile inizio Liberty e, lato monte, nella parte scoperta della piazza, su banchetti di frutta e verdura coperti con tende a doppio lembo. I banchi del pesce si trovavano nella “piazza dei pesci”, ossia l’allora piazza del Carmine, una parte dell’attuale piazza Cesare Battisti. Intorno alla piazza del Mercato si aprivano altri fondi commerciali tra i quali “a Papèa”, una caratteristica osteria dell’antica Spezia, ritrovo degli spezzini dell’epoca e la famosa osteria “All’Inferno” aperta dal 1905 in un sotterraneo nei pressi della piazza Cavour. La piazza, dalla fine dell’Ottocento ad oggi, ha cambiato più volte la sua struttura architettonica, mai perdendo la duplice funzione di mercato e luogo di aggregazione cittadina. Ecco cosa sarà raffigurato dai borgatari del Crdd. Una sfilata da un lato storica, visto che “racconterà“ la Spezia che fu, e dall’altra folcloristica, con tutti i figuranti che rievocheranno di passati mestieri e emozioni. La sfilata si aprirà con la rappresentazione degli antichi abitanti di Biassa che portavano, con molta fatica, i prodotti della loro terra. Il carro principale riprodurrà fedelmente la struttura in stile Liberty del mercato coperto e i banchetti con la vendita dei prodotti tipici. Tra i due carri si aggireranno personaggi appartenenti alle varie professioni e ai vari ceti sociali, creando un allegro, chiassoso e brulicante mercato: non mancheranno quindi, il vigile supervisore re del peso delle merci, i venditori, le signore che fanno la spesa accompagnate
dai loro bambini, il transito degli arsenalotti muniti dei “mandili da grupo” ovvero fazzoletti da nodo utilizzati per portare il pranzo sul luogo di lavoro, in Arsenale. Sul secondo carro sverrà, inoltre, rappresentata l’Osteria, luogo di svago popolare. Le danze, i canti popolari, i musicanti faranno da contorno all’attività del mercato. E gli antichi abitanti di Vezzano Ligure precederanno gli strilloni che, chiudendo la sfilata, annunceranno agli spezzini e ai turisti il progressivo cambiamento della piazza. I costumi dei figuranti sono stati creati dalle preziose e sapienti mani dell’allargata popolazione borgatara. Tra le sartine impegnate, da un mese e mezzo, in capolavori di abiti troviamo: Michela Fanton, Paola Romano, Barbara Franceschi, Michela Terenzoni e Giovanna Abbate. Tra gli uomini, le cui mani esperte hanno realizzato i carri all’interno della caserma Duca degli Abruzzi, nell’ex Maricoleva: Francesco Costa (il capoborgata), Sandro Morosi, Michele La Perrutta e Massimiliano Battilani. Non mancheranno, nella sfilata, tra i 120 figuranti, i membri della Proloco di Biassa e del gruppo folk e dei rioni di Vezzano Ligure. Come quegli abiti di una volta, “copiati’’ da quelli esposti al Museo diocesano, indossati da Battiston e Maia: due storici personaggi di Biassa, del 1830. Le sartine anno proprio riprodotto quei costumi.
Insomma, una scenografia di tutto rispetto, che simbolicamente vuole trasmettere un messaggio a tutti gli spezzini: «Chi ha avuto il privilegio di vedere e vivere questa piazza ne serba il ricordo, provando ancora oggi nostalgia per una delle più belle e affascinanti piazze del mercato».
Laura PROVITINA

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